Chi, nel corso della propria adolescenza, non ha dovuto combattere con l’annoso problema dell’acne?
Via quindi con creme al cetriolo, pulizie del viso, saponi allo zolfo e
intrugli più o meno efficaci. La chiamano acne “giovanile” ma spesso
può fare la sua comparsa anche intorno ai trent’anni. Si tratta di un
disturbo legato alla secrezione degli ormoni androgeni (tipicamente
maschili) e, proprio per questo motivo, è molto più diffuso tra gli
uomini, ma non di certo assente tra le donne.Esiste un legame tra acne e alimentazione? A quanto pare sì.
Sembra, infatti, che ci sia uno stretta connessione
tra quello che mangiamo e fattori endocrini che portano, poi, allo
sviluppo di questa patologia. In particolare, tra le cause principali di
tali squilibri, ci sarebbe un’alimentazione a base di cibi ad alto indice glicemico,
vale a dire la velocità con cui aumenta la concentrazione di glucosio
nel sangue (glicemia). Tale concetto è strettamente collegato
all’innalzamento dell’ormone insulina circolante (maggiore è l’aumento
di glicemia, maggiore sarà la produzione da parte del pancreas di
insulina, per cercare di far rientrare i valori glicemici all’interno di
range accettabili). L’iperinsulinemia è
infatti implicata nel processo di formazione dell’acne, poiché stimola
la liposintesi a livello delle ghiandole sebacee della pelle.
Uno studio effettuato nel 2012, ha analizzato gli effetti di
un’alimentazione a basso indice glicemico in relazione ai sintomi
dell’acne. Per fare ciò, 32 pazienti di età compresa tra i 20 ed i 27
anni (24 uomini e 8 donne), sono stati divisi in due gruppi: il primo
gruppo, composto da 17 soggetti, è stato sottoposto ad un’alimentazione a
basso indice glicemico per 10 settimane, mentre il secondo gruppo,
composto da 15 persone (controllo) ha continuato ad osservare
un’alimentazione normale per lo stesso periodo di tempo. L’analisi dei
risultati ottenuti ha condotto a conclusioni molto interessanti. Il
gruppo osservante un’alimentazione a basso indice glicemico ha
registrato una netta diminuzione di lesioni infiammatorie della pelle
dovute all’acne rispetto al gruppo di controllo, il quale non ha invece
registrato importanti riduzioni. Inoltre, sempre nel primo gruppo, è
stata registrata anche una diminuzione delle dimensioni delle ghiandole sebacee.
